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Arriva il blackberry a conchiglia

blackberry-240x154.jpgUn Blackberry a conchiglia, con conformazione clamshell, con tanto di flip non si era mai visto prima. I tempi cambiano e gli smarthpone evolvono e la canadese Rim che nell’ultimo trimestre, secondo dati Gartner ha visto crescere le vendite di oltre il 120%, gioca le sue carte per conquistare quella grande fascia di utenti fan del formato a conchiglia e lancia il BlackBerry Pearl Flip 8220. Ed è uno dei primi smarthpone ad aver questa conformazione, tipicamente riservata ai cellulari “normali”. Un chiaro segnale del mercato che cambia e dei terminali che evolvono.

Il BlackBerry diventa dunque una conchiglia. Il nuovo Pearl assume la forma clamshell pur preservando le funzioni di e-mail in mobilità tipiche degli smartphone di Rim.

Il nuovo modello è un quadri-banda dal design raffinato contraddistinto da una cornice cromata. Pesa 102 grammi e misura 100x50x17.5 millimetri. Il dispositivo monta due display: con lo schermo esterno si tengono d’occhio le anteprime dei messaggi in arrivo, le chiamate ricevute e lo stato del BlackBerry senza necessità di aprirlo.

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LHC, oggi attivato al CERN

Questa mattina al CERN è stato messo in funzione il Large Hadrom Collider (LHC) a cui gli scenziati del centro di ricerca svizzero lavoravano da anni; una macchina dotata di una circonferenza di 26 chilometri, che conta 9300 magneti che nel corso dell’esperimento saranno portati, grazie a tonnellate di azoto liquido, ad una temperatura di -193,2 gradi Celsius e che poi, con una successiva iniezione di masse di elio liquido, si avvicineranno allo zero assoluto, arrivando ad una temperatura di -271,3 gradi. Al massimo della potenza, migliaia di miliardi di protoni, correranno lungo l’acceleratore, ad una velocità pari al 99,99 per cento della velocità della luce, provocando 600 milioni di collisioni al secondo, producendo in calore, che gli scienziati stimano intorno a 100mila volte quello del cuore della terra. Esso aiuterà la ricerca nella fisica delle particelle per i prossimi 15 anni (tempo di vita dichiarato dai suoi creatori).

Al centro di tutto, oggi c’è il first beam che permetterà agli scenziati di osservare le particelle che verranno prodotte nella collisione dei fasci di particelle nelle stesse condizioni che c’erano durante la creazione dell’universo, ricreate grazie a LHC. Durante questo esperimento i fisici sperano di capire qualcosa in più sul perchè l’universo sembra costituito quasi del tutto di materia ma non di antimateria, di investigare la materia oscura e molto altro ancora.

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Chromium è il progetto opensource di Google per Linux e MAC

Si chiama Chromium il progetto opensource varato da Google in contemporanea con il lancio del browser web Chrome, nei giorni scorsi. Chromium mira a fornire agli sviluppatori informazioni e materiale per la creazione di applicazioni web di nuova generazione.
Attraverso il sito è possibile scaricare anche il codice sorgente del motore Javascript V8, integrato in Google Chrome. La stessa Mozilla Foundation, organizzazione che continua a ricevere fondi da parte del colosso di Mountain View, sarebbe al lavoro sul progetto Chromium.
In attesa che il Chromium Project “partorisca” una versione per Linux del browser Google, Romeo Adrian Cioaba propone un espediente che permette di eseguire Chrome “sul pinguino” attraverso l’impiego del celeberrimo framework Wine (ved. questa notizia). La procedura è illustrata in questa pagina.

Google ha inoltre pubblicato i dettagli sull’ultimo aggiornamento di Chrome rilasciato nelle scorse ore (ved. questa notizia).
L’ultima versione del browser, la 0.2.149.29, integra – come confermato sul blog ufficiale – tre aggiornamenti di sicurezza. Il primo “sana” proprio la vulnerabilità scoperta dalla società vietnamita BKIS e relativa alla funzione “Salva con nome“. Il secondo intervento riguarda una lacuna nella gestione dei link “target” presenti nelle pagine web in modo da scongiurare l’esecuzione di codice potenzialmente nocivo in modalità remota. L’ultima modifica apportata dal team di Google è relativa ad una falla nella gestione degli indirizzi Internet contenenti un simbolo percentuale finale: in questo caso si sarebbero potuti verificare arresti inattesi di Chrome.
La directory di default per il download dei file dalla rete Internet, con la nuova versione di Google Chromne, non può inoltre essere più il desktop.

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Batterie Notebook Intel News News Notebook Tecnologia

HP e il record di autonomia

HP ha annunciato di essere riuscita a raggiungere le 24 ore di autonomia con una singola carica con uno dei suoi notebook, l’EliteBook 6930p, che dispone di uno schermo retroilluminato a LED a basso consumo, di un hard disk a stato solido creato da Intel e di uno speciale parco batterie.

Lo schermo, denominato Illumi-Lite, garantisce un notevole incremento dell’autonomia (circa 4 ore in più rispetto ad un display LCD). Un’altra nota positiva la ottiene in quanto non essendo impiegato mercurio nella sua costruzione, garantisce un migliore impatto ambientale sia in fase di costruzione che in fase di smaltimento.

L’hard disk, l’Intel X25-M, sviluppato dal chipmaster californiano, garantisce un ulteriore incremento di autonomia del 7 per cento. Questo è un unità a stato solido (costruito con tecnologia flash simile a quella delle memorie per le fotocamere) da 2,5 pollici ed è indicato da molti come il più prestante in circolazione. L’unica nota dolente è data dal fatto che costa circa 10 volte in più rispetto ad un analogo disco fisso magnetico da 80GB.

Il risultato del record però, sarebbe possibile soltanto montando Windows XP.

Hewlett-Packard assicura che sarà possibile dotarsi del laptop a partire dal mese di ottobre.

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Glossario Networking Tecnologia

Glossario Internetworking – F

FCS (Frame control sequence): CRC su 32 bit per il controllo dell’integrita’ della trama in una MAC-PDU.

FDDI (Fiber Distributed Data Interface): standard per LAN a 100 Mb/s in fibra ottica e topologia ad anello. Definisce i Livelli 1 e 2 (fino al livello MAC). La topologia logica è costituita da un anello monodirezionale, quella fisica è costituita da un doppio anello controrotante, avente un  anello primario (primary ring) utilizzato per trasmettere i dati ed un anello secondario (secondary ring) che serve come percorso di backup. Si identificano 3 tipi di configurazioni:
– DAC (Dual Attachment Concentrator): concentratore FDDI che funge da centro stella, principalmente per stazioni SAS, e da elemento di collegamento con il doppio anello controrotante.
– DAS (Dual Attachment Station): stazione FDDI che si collega al doppio anello controrotante tramite due connessioni fisiche, e pertanto fault tolerant.
– SAS (Single Attachment Station): stazione FDDI che si collega al concentratore DAC tramite una sola connessione fisica, e pertanto non fault tolerant. 

Fdisk /mbr: comando DOS che riscrive il Master Boot Record (utile quando si disinstalla un SO).

FECN (Forward Explicit Congestion Notification): bit posto a 1 dalla rete Frame Relay per segnalare ai router che il cammino percorso dalla trama presenta delle tratte congestionate. 

Fibra ottica monomodale: trasmissione ottica esclusivamente tramite Laser, il core della fibra è molto ridotto (tra 5 e 10 Micron su 125) e vengono raggiunte distanze (10-100 Km) superiori alla fibra multimode ma è molto più costosa di quest’ultima.

Fibra ottica multimodale: trasmissione ottica tramite Led o Laser, il core della fibra è 50/125 o 62.5/125 di Micron. Si raggiungono distanze da 220 m a 550 m. 

Finger: servizio Tcp/Ip (Porta 79) che consente di reperire informazioni sugli utenti del sistema interrogato.

Flag: nei protocolli di Data-Link della famiglia HDLC è un ottetto (01111110) che indica l’inizio e la fine di una trama. 

Flooding: algoritmo non adattivo in cui ciascun pacchetto in arrivo viene ritrasmesso su tutte le linee, eccetto quella su cui è stato ricevuto.

FRAD (Frame Relay Access Delay): qualsiasi device che consente una connessione fra una LAN e una WAN Frame Relay. – Cisco FRAD: Connessione di device SDLC verso Frame Relay senza la presenza di una LAN. Inoltre supporta la conversione da SDLC a Ethernet/Token Ring. 

FRAS (Frame Relay Access Support): feature dell’IOS di Cisco che consente a reti SDLC, Token Ring, Ethernet connesse via Frame Relay a device IBM di connettere altri device IBM attarverso la FR.

Fragment Free: metodo di switching delle frame in cui vengono letti solo i primi 64 byte della trama (lunghezza minima della frame) per determinare se la trama ha subìto collisioni, in tale caso viene eliminata. Vedi anche Store and forward e Cut-through. 

Frame Relay: standard per la realizzazione di reti a commutazione di pacchetto pubbliche o private, basato su un protocollo di livello Data-Link connesso su cui vengono definiti dei circuiti virtuali permanenti detti PVC. Ogni PVC viene identificato con una coppia di DLCI (Data-Link Circuit Identifier) cha ha valore locale (non è necessario che lo Switch Frame Relay di centrale e il CPE abbiano lo stesso DLCI). Con le specifiche Ansi T1.617 e ITU-T Q.933-Q.922 è ora possibile definire anche circuiti virtuali non permanenti (SVC). La larghezza di banda massima raggiungibile in Frame Relay è di 44,736 Mbps.

FTP (File Transfert Protocol): protocollo standard Tcp/Ip per il trasferimento dei file (socket 21/22). 

Full mesh topology: topologia di rete magliata in cui tutti i nodi sono interconnessi tra loro. Partial mesh topolgy: Solo una parte dei nodi della rete hanno accesso al central site.

FXO (Foreign Exchange Office): interfaccia per la connessione verso la rete PSTN. 

FXS (Foreign Exchange Station): interfaccia per la connessione di telefoni analogici tradizionali (connettore RJ11).

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News

Dagli user generated content agli user generated services

Per una società come Telecom, il Web 2.0 non poteva non essere collegato a nuovi servizi e a un nuovo modo di intendere le Tlc.
L’asset della partecipazione attiva dei lettori o dei clienti che sta alla base del Web 2.0 diventa partecipazione alla creazione di servizi ed è il presupposto per una sfida che si chiama Telco 2.0.

Al Wcc di Milano, Gianni Canal di Telecom invita a considerare il tema degli ecosistemi come il fattore abilitante allo sviluppo di nuovi mercati attraverso la creazione di nuove applicazioni e soprattutto nuovi servizi. E chiama in causa l’immagine della long tail, la teoria della “coda lunga” di Chris Anderson che si allunga appunto su mercati sempre più di nicchia dove il successo si accompagna alla creazione di prodotti e servizi mirati per comunità di dimensioni ridotte.

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Google contro Microsoft, una sfida globale. Con le applicazioni al centro

microsoft_google_324x230.jpgDefiniamolo pure tormentone: Google contro Microsoft, Mountain View contro Redmond, il gigante del Web contro quello del software. L’avvento di Chrome ha riportato sotto la luce dei riflettori una sfida che sta diventando sempre più catalizzante nell’universo hi-tech. Perché “rischia” di cambiare i destini della “user experience” di domani, di come e con cosa gli utenti – in ufficio come a casa, dal pc della scrivania o dal cellulare intelligente – accederanno ai propri dati, ai contenuti digitali, alle pagine Internet. Google contro Microsoft è una sfida di capitali e di capacità di innovazione, di alleanze (la vicenda Yahoo! è emblematica in tal senso) e di acquisizioni miliardarie. Oltre che di annunci di prodotto, spesso in (Apparente) sinergia. L’ultimo, di ieri, è arrivato ancora dalla compagnia californiana, che ha rilasciato una nuova versione del programma di posta elettronica Gmail per Internet Explorer 6, il browser made in Redmond di vecchia generazione ma ancora assai popolare fra gli utenti. Che avranno d’ora in poi le stesse funzionalità – a cominciare dall’instant messaging integrato di Aol – di coloro che utilizzano Firefox 3, Explorer 7 e Safari 3. Ma il fronte più caldo della battaglia fra i due colossi è forse un altro, che si chiama applicazioni.

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Cosa c’è da sapere su Google Chrome: 20 informazioni utili

1 – Google Chrome è stato realizzato utilizzando WebKit, il medesimo strumento di sviluppo usato per Safari di Apple e per Android di Google

2 – Google Chrome è attualmente in versione “beta”, e per ora è disponibile solo per Windows. Verranno in seguito prodotte anche versioni per Mac e Linux

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Google Chrome: “La guerra dei browser”

Chrome, il nuovo browser di Google, continua a catalizzare l’attenzione. È l’ultimo arrivato di un mercato in cui di browser in realtà ce ne sono a bizzeffe. Un migliaio di possibili varianti, oltre cento versioni “importanti” e un nocciolo duro di tre prodotti che da soli fanno il 96% del mercato. Un mondo più ricco e frammentato di quanto non si pensi. E molto particolare. Perché è un mercato che non vale miliardi, ma che i miliardi li fa guadagnare lo stesso.
Come è possibile questo paradosso? La risposta è semplice, se prima si chiariscono un paio di punti. I browser possono essere divisi in tre grandi gruppi: quelli basati su tecnologie chiuse e di proprietà di una singola azienda (come Internet Explorer di Microsoft e Opera della norvegese Opera Software), quelli realizzati con tecnologie aperte fatte da volontari coordinati da una fondazione (come Firefox della Mozilla Foundation), e infine quelli realizzati con tecnologie aperte ma da grandi aziende (come Safari di Apple o il browser della Playstation 3 di Sony e, per l’appunto, Chrome di Google), che risparmiano sul “motore” per investire su carrozzeria e allestimenti.

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Sony nei guai: 70mila notebook Vaio richiamati per surriscaldamento

Rispetto al disastro dell’estate 2006, quando Sony finì sulla graticola per aver fornito milioni di batterie al litio a rischio esplosione alle varie Dell, Apple, Lenovo, Sharp e Hitachi – pagando milioni di dollari per il più grande richiamo di computer dal mercato della storia – non c’è confronto. Ma per il colosso giapponese la necessità di dover ritirare a scopo preventivo 73mila notebook Vaio della serie Tz (modelli 100, 200, 300 e 2000) non è certo una buona notizia per la credibilità del marchio nell’universo dei computer portatili.