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Cosa c’è da sapere su Google Chrome: 20 informazioni utili

1 – Google Chrome è stato realizzato utilizzando WebKit, il medesimo strumento di sviluppo usato per Safari di Apple e per Android di Google

2 – Google Chrome è attualmente in versione “beta”, e per ora è disponibile solo per Windows. Verranno in seguito prodotte anche versioni per Mac e Linux

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Google Chrome: “La guerra dei browser”

Chrome, il nuovo browser di Google, continua a catalizzare l’attenzione. È l’ultimo arrivato di un mercato in cui di browser in realtà ce ne sono a bizzeffe. Un migliaio di possibili varianti, oltre cento versioni “importanti” e un nocciolo duro di tre prodotti che da soli fanno il 96% del mercato. Un mondo più ricco e frammentato di quanto non si pensi. E molto particolare. Perché è un mercato che non vale miliardi, ma che i miliardi li fa guadagnare lo stesso.
Come è possibile questo paradosso? La risposta è semplice, se prima si chiariscono un paio di punti. I browser possono essere divisi in tre grandi gruppi: quelli basati su tecnologie chiuse e di proprietà di una singola azienda (come Internet Explorer di Microsoft e Opera della norvegese Opera Software), quelli realizzati con tecnologie aperte fatte da volontari coordinati da una fondazione (come Firefox della Mozilla Foundation), e infine quelli realizzati con tecnologie aperte ma da grandi aziende (come Safari di Apple o il browser della Playstation 3 di Sony e, per l’appunto, Chrome di Google), che risparmiano sul “motore” per investire su carrozzeria e allestimenti.

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Ma cosa significa WEB 2.0?

web20_logo.pngIl Web 2.0 è un locuzione utilizzata per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende ad indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Myspace, Gmail, ecc.).La locuzione pone l’accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni ’90, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l’utente eccetto la normale navigazione tra le pagine, l’uso delle email e l’uso dei motori di ricerca.

Per le applicazioni web 2.0, spesso vengono usate tecnologie di programmazione particolari, come AJAX (Gmail usa largamente questa tecnica per essere semplice e veloce) o Adobe Flex.

Un esempio potrebbe essere il social commerce, l’evoluzione dell’E-Commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraverso blog, forum, sistemi di feedback ecc.

Gli scettici replicano che il termine Web 2.0 non ha un vero e proprio significato, in quanto questo dipende esclusivamente da ciò che i propositori decidono che debba significare per cercare di convincere i media e gli investitori che stanno creando qualcosa di nuovo e migliore, invece di continuare a sviluppare le tecnologie esistenti.
Rielaborazione in italiano della Web 2.0 Meme Map di Tim O’Reilly
Rielaborazione in italiano della Web 2.0 Meme Map di Tim O’Reilly
Indice

Analisi storica

Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici (creati con l’uso del linguaggio HTML); questo approccio può essere definito come Web 1.0.

In seguito, grazie all’integrazione con database e all’utilizzo di sistemi di gestione dei contenuti (CMS), Internet si è evoluta con siti dinamici (come ad esempio i forum o i blog); questo web dinamico è stato da alcuni definito Web 1.5.

Attraverso l’utilizzo di linguaggi di programmazione come Javascript, degli elementi dinamici e dei fogli di stile (CSS) per gli aspetti grafici, si possono creare delle vere e proprie “applicazioni web” che si discostano dal vecchio concetto di semplice ipertesto e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.

Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0, in quanto l’infrastruttura di rete continua ad essere costituita da TCP/IP e HTTP e l’ipertesto è ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza, più che altro, sta nell’approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.

Differenze e confronti con il Web 1.0