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Sony nei guai: 70mila notebook Vaio richiamati per surriscaldamento

Rispetto al disastro dell’estate 2006, quando Sony finì sulla graticola per aver fornito milioni di batterie al litio a rischio esplosione alle varie Dell, Apple, Lenovo, Sharp e Hitachi – pagando milioni di dollari per il più grande richiamo di computer dal mercato della storia – non c’è confronto. Ma per il colosso giapponese la necessità di dover ritirare a scopo preventivo 73mila notebook Vaio della serie Tz (modelli 100, 200, 300 e 2000) non è certo una buona notizia per la credibilità del marchio nell’universo dei computer portatili.

Tutto è nato dai reclami con i quali una quindicina di consumatori americani hanno segnalato alla compagnia problemi di surriscaldamento eccessivo del computer, che hanno provocato in un caso una lieve ustione al malcapitato proprietario. La notizia, già confermata da sony, è stata resa pubblica con una nota (http://www.cpsc.gov/cpscpub/prerel/prhtml08/08392.html) dalla Consumer Product Safety Commission statunitense per la sicurezza dei prodotti di consumo.

Nella nota si fa riferimento anche alle possibili cause all’origine del difetto, e cioè cavi o viti posizionate in modo irregolare vicino alla cerniera del computer che possono causare un corto circuito e il surriscaldamento. Sebbene proprio l’autorità garante Usa segnali che non tutti i modelli siano affetti dal problema Sony ha avviato prontamente un programma straordinario di assistenza tecnica (http://esupport.sony.com/US/perl/news-item.pl?template_id=1&news_id=272) per eseguire un esame gratuito e, se necessario, una riparazione dei portatili a rischio. Portatili venduti sia on line che nei punti vendita al dettaglio e dai grandi distributori di informatica nel periodo compreso fra luglio 2007 e agosto 2008. Il problema sembra quindi già ampiamente sotto controllo ma c’è una variabile che potrebbe far ripiombare Sony nell’incubo di due anni fa: i Vaio della serie Tz papabili di intervento di richiamo sarebbero secondo alcune fonti di agenzia in totale 440mila in tutto il mondo.