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SOCIAL SHOPPING CON GROUPON: 3 MILIONI DI NUOVI ISCRITTI A SETTIMANA



Se Google offrisse 5 miliardi di dollari per il tuo business, cosa faresti? A declinare, o sei un pazzo o sei un genio. Cosa mai sarà Andrew Mason che gentilmente ha risposto: “No, grazie”?

Intanto è fondatore e Ceo di Groupon, a quanto pare primo sito al mondo di shopping sociale. Come funziona Grupon? Propone ai suoi iscritti informazioni su una promozione commerciale al giorno in una città: abilita la connessione con con le attività economiche sul territorio. Le offerte diventano valide se raggiungono una soglia minima di adesioni da parte della community. Il sistema fa ovviamente leva su social network e passaparola. La sfida a Foursquare, le directory come Yelp o Qyte e le Pagine Gialle è lanciata.

La concorrenza è serrata: tra i più celebri competitor Living Social (Amazon), Groupalia e Let’sBuyIt ma al momento Groupon non teme rivali. Sono 40 i paesi attivi, 500 mercati nei quali vengono lanciate almeno 650 offerte al giorno ad un pubblico di 50 milioni di consumatori. Con un tasso di crescita di 3 milioni di nuovi iscritti a settimana, entro l’anno Groupon raddoppierà la propria base di utenza.

Ecco qualche testimonianza


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COME OTTIMIZZARE IL SEO DEL PROPRIO SITO O BLOG? 5 CONSIGLI UTILI



Che cosa è il SEO e come si ottimizza? Il SEO (Search engine optimizazion) è quell’insieme di azioni e metodi che consentono di ottimizzare per i motori di ricerca una pagina di un sito e farla arrivare tra le prime posizioni nei risultati di una ricerca per determinate parole chiave. E’ questa la definizione asettica data da Wikipedia. E’ invece una cultura, un modo di avvicinarsi alle relazioni umane che ha come scopo quella di condividere contenuti ed esperienze e di convincere più persone a fare qualcosa in un determinato momento. Ecco 5 consigli utili per ottimizzare il SEO

1. Occhio al contenuto riportato nel tag title, che definisce in modo univoco il contenuto della pagina visualizzata

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Web 2.0 in orario di lavoro: attenti alla sicurezza

Sono sempre più frequenti gli accessi ai siti di social networking durante l’orario di lavoro.
Lo evidenza uno studio presentato in questi giorni da Trend Micro e che mette a confronto i dati del 2008 con quelli raccolti nel 2007.

Secondo l’indagine, se lo scorso anno erano il 15% i lavoratori dipendenti che consultavano siti di social networking mentre erano collegati alla rete aziendale, ora sono il 19%.  E sono decisamente di più (il 45% del campione interpellato) quelli che ammettono di aver utilizzato la Webmail per l’invio di informazioni riservate.

La ricerca ha l’obiettivo di misurare le nuove dinamiche di utilizzo della rete e dei suoi strumenti, soprattutto in relazione alla percezione delle possibili minacce alla sicurezza.
In effetti, i siti di social networking sono tra gli obiettivi principali dei cybercriminali e degli autori di malware, i quali ne sfruttano la natura interattiva e la popolarità per lanciare attacchi pericolosi mirati alla ricerca di guadagni illeciti. Tool di collaborazione, siti wiki e blog, tutti sono stati presi di mira: l’ultima edizione del Threat Report & Forecast di Trend Micro evidenziava come le minacce legate al Web 2.0 sono passate da 1 milione a 1,5 milioni in un solo mese, da dicembre 2007 a gennaio 2008.

Diverse sono le forme di malware che interessano i siti di social networking. Si va dall’utilizzo di banner pubblicitari programmati per scaricare e installare file e programmi pericolosi sul computer dell’utente collegato, all’occultamento su determinati siti di codici preposti al reindirizzamento degli utenti verso siti pericolosi.
In tutti i casi, l’obiettivo finale era la sottrazione di identità e dati sensibili.

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Lo status updating è la vera chiave di successo dei Social Networking

Che fai adesso? È la domanda essenziale. Una sorta di codice che attiva la comunicazione tra conoscenti. E online è diventata lo “status update”. Una funzione che da tempo si diffonde sui social network. Lanciata da Twitter. Resa popolare da Facebook. Il flusso dei brevi messaggi che rispondono alla domanda «che fai adesso?» tiene insieme piccoli gruppi di amici. Diventa un’altra forma di socializzazione. È una nuova goccia nel mare delle novità? Per qualcuno è la prossima onda dell’innovazione internettara. Per altri è trascurabile. Forse è un fenomeno leggero, ma pone una domanda seria. «Internet: che fai adesso?».